Scegliere di aprire un fondo pensione e crearsi una pensione integrativa potrebbe dare una mano, soprattutto in un periodo post lavorativo come la pensione. Ma è possibile farlo anche se si è lavoratori autonomi?
Sostanzialmente, chiunque può decidere di aprire un fondo pensione, sempre considerando le proprie esigenze e priorità di risparmio. È possibile aprire un fondo pensione per la pensione integrativa con enti come banche o assicurazioni, ma anche con enti privati che potrebbero risultare d’aiuto soprattutto per i liberi professionisti.
La scelta dell’ente può risultare fondamentale, in quanto ogni organizzazione specifica può esser più comoda o meno in base alla propria posizione lavorativi. Ad esempio, se si è lavoratori autonomi, nella maggior parte dei casi, è opportuno rivolgersi ad un fondo aperto. Vediamo, nello specifico, come scegliere la pensione integrativa da lavoratori autonomi.
Pensione integrativa per liberi professionisti
È importante considerare che, solitamente, i liberi professionisti maturano una pensione tramite i
contributi statali che rimane fra il 30% ed il 45% dell’ultimo stipendio percepito. Per questo motivo una
pensione integrativa potrebbe esser d’aiuto, in quanto può far arrivare la pensione totale perlomeno ad
un 50%/60%.
Nello specifico, esistono tipologie di fondo pensione consigliate per i lavoratori autonomi e per i liberi
professionisti. Come specificato in precedenza, il fondo pensione aperto è infatti consigliato per i
liberi professionisti, ma essi possono anche ricorrere ai cosiddetti Piani Pensionistici Individuali (Pip).
Nella maggior parte dei casi, se un libero professionista s’iscrive ad un fondo pensionistico, egli può garantire a sé stesso una pensione ulteriore a quella comune che spetta a lui di diritto. Naturalmente, l’ente con cui si andrà a collaborare per aprire il fondo pensione considererà la posizione di libero professionista per poter trovare il giusto mezzo, soprattutto per quanto riguarda la quota fissa da versare periodicamente.
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