La tassa di successione è quell’imposta che è dovuta dagli eredi al momento del decesso di un defunto per il passaggio dei beni di questo a loro. L’importo della tassa di successione può variare in base al grado di parentela dell’erede e al valore dei beni passati in proprietà.
Tassa di successione, cosa rientra nei beni
Per quanto riguarda il valore dei beni passati in proprietà, per il calcolo del monte ereditario, rientrano i beni mobili, immobili, le aziende e le partecipazioni di società ma rimangono esclusi dall’imposta di successione:
- titoli di Stato e titoli di debito pubblico;
- le aziende familiari e partecipazioni sociali;
- le società di capitali o cooperative;
- il TFR;
- i beni culturali sottoposti a vincolo culturale;
- i crediti verso lo Stato o enti pubblici territoriali;
- i beni mobili iscritti al PRA.
Entro dodici mesi dal decesso del defunto, gli eredi devono comunicare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate che provvederà alla liquidazione della tassa di successione (cioè al calcolo dell’importo da pagare). Entro 60 giorni dal ricevimento di questa comunicazione, deve essere pagata la tassa con la presentazione dell’F24.
L’importo della tassa può essere suddiviso in rate
L’importo della tassa può essere suddiviso in rate ma è importante che questa richiesta sia fatta nel momento del versamento della prima rata. Si può richiedere di pagare subito il 20% della tassa ed il resto in 8 rate trimestrali o in dodici (se l’importo è maggiore di 20000 euro).
Se non viene pagata una o più rate, non si potrà più proseguire nel pagamento delle altre rate e la parte ancora dovuta verrà iscritta a ruolo cioè riscossa in maniera forzata con le spese, gli interessi e le sanzioni.
La rateizzazione non decade nel caso di lievi inadempimenti:
- la rata non è stata pagata del tutto (per una frazione non superiore al 3% e comunque a 10000 euro);
- versamento in ritardo della somma pari al 20% (non superiore a 7 giorni).
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