Paradisi fiscali, sempre più paesi nella black list



Paradisi fiscali




I Paradisi fiscali sono dei paesi in cui è presente un sistema impositivo meno restrittivo rispetto ad altri paesi e dove, quindi, si può beneficiare di una tassazione più bassa o del tutto assente.  Si distingue fra i paradisi fiscali che rientrano nella White list e quelli che rientrano nella Black list.

Nella White list rientrano i paesi che hanno aderito all’accordo

Nella White list rientrano i paesi che hanno aderito all’accordo con cui si prevede lo scambio di informazioni fra i diversi sistemi governativi. Nella Black list, invece, rientrano i Paradisi fiscali che non hanno aderito a tali accordi e questo corrisponde all’obbligo per tutte le imprese residenti nel nostro paese, di comunicare tutte le operazioni che avvengono con le imprese che sono fiscalmente domiciliate in tali Paradisi fiscali.

I paesi che rientrano nella Black list vengono aggiornati ogni anno dal Ministero dell’Economia e dell’Agenzia delle Entrate. L’ultimo aggiornamento è avvenuto il 12 marzo 2019 con l’inclusione in questa lista di questi altri stati e cioè:




  • Aruba;
  • Barbados;
  • Belize;
  • Bermuda;
  • Dominica;
  • Figi;
  • Isole Marshall;
  • Oman;
  • Emirati Arabi Uniti;
  • Vanuatu;
  • Samoa americane;
  • Guam;
  • Samoa;
  • Trinidad e Tobago;
  • Isole Vergini degli Stati Uniti.

Aggiornamenti del Ministero dell’Economia

Dal momento che la lista dell’Agenzia delle Entrate non è stata aggiornata, bisogna far riferimento agli aggiornamenti del Ministero dell’Economia. L’ultimo aggiornamento della Black list dell’Agenzia delle Entrate è quello della circolare 39 del 26 settembre 2016 e in cui sono inclusi questi stati:

  • Andorra;
  • Bahamas;
  • Barbados;
  • Barbuda;
  • Brunei;
  • Gibuti;
  • Grenada;
  • Guatemala;
  • Isole Cook;
  • Isole Marshall;
  • Isole Vergini Statunitensi;
  • Kiribati;
  • Libano;
  • Liberia;
  • Liechtenstein;
  • Macao;
  • Maldive;
  • Nauru;
  • Niue;
  • Nuova Caledonia;
  • Oman;
  • Polinesia francese;
  • Saint Kitts e Nevis;
  • Salomone;
  • Samoa;
  • Saint Lucia;
  • Saint Vincent e Grenadine;
  • Sant’Elena;
  • Sark;
  • Seychelles;
  • Tonga;
  • Tuvalu;

Dunque, per contrastare il fenomeno delle frodi fiscali, in Italia, tutti i soggetti con Partita IVA (imprese, società, aziende) che intrattengono rapporti commerciali con questi Paradisi fiscali, devono comunicare all’Agenzia delle Entrate tutte queste operazioni.


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