I paradisi fiscali sono dei Paesi in cui la tassazione è più bassa e le leggi fiscali e tributarie sono meno restrittive rispetto ad altri Paesi (come la nostra Italia).

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Secondo la definizione dell’OCSE

Secondo la definizione dell’OCSE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), un paradiso fiscale è un Paese in cui:

è presente un’imposizione fiscale bassa o prossima allo zero;
vige una tassazione differente tra redditi generati all’interno e all’esterno del Paese;
non c’è il totale scambio di informazioni tra le autorità amministrative locali e quelle di altri Paesi.

Inoltre, questi paradisi fiscali, molto spesso, sono dei Paesi che si contraddistinguono per l’assenza:

di una valuta propria;
di un esercito (ad eccezione della Svizzera);
di sindacati o partiti rappresentativi;
di spesa pubblica (e quindi di imposte).

E’ proprio per questi motivi che in molti utilizzano questi paradisi fiscali per pagare meno tasse o per non pagarle affatto. Infatti, questi Paesi attraggono società che vogliono nascondere i propri movimenti di capitali.

I 4 tipi di paradisi fiscali sono:

Pure tax heaven, in cui non vengono imposte tasse (o ce n’è solo una) e vige il segreto bancario assoluto;
No taxation of foreign income, in cui vengono tassati solo i redditi prodotti internamente;
Low taxation, in cui è presente una tassazione bassa sia sui redditi interni che esterni;
Special taxation, in cui è presente un regime fiscale “tradizionale” ma è possibile anche la costituzione di società flessibili.

Uno dei paradisi fiscali più noti è la Svizzera ma ci sono anche altri Paesi che vantano questo appellativo. Fra gli altri, ricordiamo le Isole Cayman, nel mar dei Caraibi, uno dei paradisi fiscali più “frequentato” in cui è possibile fondare e mantenere una società senza pagare le tasse.

Nelle isole Bermuda, invece, vige il segreto bancario e le banche non possono comunicare dettagli sull’identità dei titolari dei conti bancari; inoltre, non sono previste imposte sulle società.