La pubblicità online si è sempre più imposta sul mondo del web come sistema per guadagnare: si pensi, ad esempio, all’avvento di Google AdSense o di Google AdWords.

In pratica, i proprietari di un sito web o di un blog concedono uno spazio per degli inserzionisti affinché inseriscano i propri banner pubblicitari o le proprie inserzioni pubblicitarie per pubblicizzare un certo prodotto o servizio in cambio di un corrispettivo. I guadagni ottenuti dalla pubblicità online, così come tutti quelli ottenuti da un’attività online, vanno dichiarati.

Si può guadagnare dalla pubblicità online senza aprire la Partita IVA?

La risposta è che è obbligatorio aprire la Partita IVA dato che le ritenute d’acconto possono essere utilizzate solo nel caso l’attività venga svolta in maniera occasionale e non abituale e continuativa. Si parla di attività occasionale quando viene svolta per non più di 30 giorni complessivi all’anno per il singolo cliente. La pubblicità online viene considerata un’attività continuativa e quindi è obbligatoria l’apertura della Partita IVA a prescindere dal volume dei guadagni ottenuti all’anno.

L’attività legata alla pubblicità online può essere l’attività principale oppure quella accessoria e, per quanto riguarda i codici da utilizzare per l’apertura della Partita IVA, sono:

Codice attività Ateco 73.11.02 – “Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari”;
Codice attività Ateco 73.12.00 – “Attività delle concessionarie pubblicitarie”.

Dopo aver aperto la Partita IVA, bisogna scegliere il regime fiscale. Fortunatamente, chi apre la Partita IVA può beneficare delle agevolazioni del Regime forfettario cioè di un regime esente da IVA e di essere assoggettato al pagamento di una sola imposta sostitutiva la cui aliquota è del 5% o del 15% a seconda se si sia start up o meno.

In pratica, con il regime forfettario, è possibile gestire in maniera più semplice la propria Partita IVA