Il mercato dei mutui bancari è estremamente mobile e vivace. Questo può essere condizionato da diversi fattori. Nel clima attuale di cambiamento e vulnerabilità dei mercati, ogni scossone viene visto come una minaccia ai tassi, inclusi quelli dei mutui bancari che preoccupano un acquirente su due, la media di chi ricorre a un mutuo prima casa.
Un importante segnale di instabilità della nostra politica finanziaria ed economica è senza ombra di dubbio lo spread, ovvero il differenziale tra BTp e Bund tedeschi. Questo rischia di diventare un vero e proprio tormentone di questi tempi, destinato ad allarmare chiunque possieda qualsiasi forma di risparmio o investimento.
Spread e mutui bancari? Nessun collegamento
Ad onor del vero non esiste alcun collegamento diretto tra spread BTp e Bund e spread praticato dalle banche sui mutui. In buona sostanza il suo valore alto è indice che allo Stato italiano costa di più chiedere soldi in prestito attraverso la stessa emissione di obbligazioni di Stato, che nel frattempo perdono valore proporzionalmente alla perdita di fiducia degli investitori nel sistema finanziario italiano.
Altra situazione è quella delle banche, che mosse dall’impennata dello spread BTp-Bund e come conseguenza del perdurare della tensione, temono impatti sui costi della raccolta del denaro e arrivano così ad aumentare i costi dei nuovi mutui, quindi il loro spread. Com’è immaginabile, quindi, non vi è un collegamento diretto tra spread e mutui ma inevitabilmente c’è una ricaduta del tasso del primo sull’accesso ai secondi. Il perdurare dell’elevato livello dello spread può provocare un indiretta variazione dei tassi di interesse, esclusivamente per i mutui a tasso variabile.
Ad onor del vero questo è legato all’Euribor, determinato dalla Banca Centrale Europea, quindi non strettamente connesso allo spread. La richiesta mutuo, quindi, potrà essere presentata regolarmente a patto che il richiedente fornisca alla banca le garanzie necessarie.
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