Gli e-commerce sono oggi sempre più in voga e sono diventati veri e propri negozi presenti in rete, quindi con partita iva, che svolgono attività commerciali ed effettuano transazioni di denaro in modo completamente digitale. Ma come è possibile avviarne uno? Occorre prima di tutto aprire una partita iva? Vediamo nello specifico come è possibile farlo.
Aprire un e-commerce: c’è bisogno della partita Iva?
Innanzitutto, c’è bisogno di aprire una partita Iva, considerando che è considerata un’attività d’impresa a tutti gli effetti. Naturalmente, anche gli e-commerce hanno le loro tassazioni e, di conseguenza, le loro aliquote specifiche.
A meno che non si incassi meno di 5.000 euro (in questo caso effettuare operazioni con la ritenuta d’acconto può essere indispensabile), si necessita di aprire una partita Iva e considerare le implicazioni in base al tipo di attività che si esercita.
E-commerce: la soglia per la partita Iva
Considerando la soglia dei 5.000 euro, molti sono i rivenditori su piattaforme come Ebay o Amazon che
effettuano vendite che non superano tale soglia. Come accennato in precedenza, in questi casi non c’è
bisogno di aprirne una, ma nella maggior parte dei casi è opportuno effettuare una ritenuta d’acconto.
Gran parte di questa categoria di venditori provvede a fornire oggetti usati e molto spesso sono
prodotti che provengono da un negozio vero e proprio che ha poi deciso di vendere gli usati online
tramite le piattaforme sopracitate.
Infatti, nel caso che tale negozio decida di spostarsi online e vendere anche prodotti nuovi, il negozio stesso ha bisogno di aprire una seconda posizione fiscale, in quanto è come se aprisse un’altra sede (pur essendo completamente online).
Detto questo, se si desidera svolgere un’attività (per intero e vendendo prodotti nuovi) con il proprio e-commerce, si necessita di una partita Iva, a meno che non si riesca a stare al di sotto della soglia prevista di 5.000 euro.
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