Assegno postdatato: che cos’è



Assegno postdatato




Un assegno postdatato, nonostante sia un illecito amministrativo, è una prassi largamente diffusa. In che cosa consiste? Poniamo il caso di dover fare un assegno, ma di non avere attualmente la disponibilità di pagare. Decidiamo di postdatare l’assegno, dunque, come pagamento di un debito. In quel momento, il nostro creditore accetta la garanzia.

Assegno postdatato: che cos’è e come funziona

Qual è il problema? Che l’assegno postdatato, a tutti gli effetti, evade la tassa di bollo e di conseguenza è una evasione fiscale, che dovrà andare a pagare, però, il nostro creditore. Della regolarizzazione dell’assegno postdatato, ve ne parliamo nel prossimo paragrafo.

Fino a qualche anno fa, l’assegno postdatato era a tutti gli effetti illegale. Tuttavia, a seguito del decreto legislativo numero 507/99, scopriamo che l’assegno postdatato è passato da reato ad illecito amministrativo. Tuttavia, in parte è anche vietato, soprattutto se andiamo ad osservare le normative attualmente vigenti.




L’assegno postdatato: come funziona incassarlo?

In effetti, l’assegno postdatato è quasi una contraddizione, poiché nel momento in cui lo facciamo, garantiamo di avere la disponibilità di pagare entro quella data, ma non ne abbiamo la certezza assoluta. Secondo la legge, dunque, è preferibile compilare un assegno bancario avendo cura di aggiungere sia il luogo in cui effettivamente è stato compilato e la data corrente, ovvero la data giornaliera.

C’è una cosa importante da ricordare: la regolarizzazione dell’assegno bancario è a carico di cui lo ha ricevuto. Dunque, non è a carico di chi ha emesso l’assegno. Ne consegue che, stando all’articolo 121 della Legge sull’Assegno Bancario, in merito al Regio Decreto 1736/1933, dovremo andare all’Agenzia delle Entrate per regolarizzarlo. C’è una procedura ben precisa per farlo, però.

Infatti, dovremo pagare l’imposta di bollo evasa: quest’ultima ammonta al 12 x 1000 della somma sull’assegno. Infine, pagheremo una sanzione che è il doppio dell’imposta non versata: il 24 x 1000 della somma sull’assegno.


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