A causa dell’epidemia di Coronavirus si sta tornando a parlare di eurobond ed in particolare di coronabond, vale a dire delle obbligazioni emesse per far fronte alle spese legate alla diffusione dell’epidemia (in prevalenza quelle sanitarie e quelle connesse al rilancio dell’economia). Generalmente per bond si intende un’obbligazione: gli Stati chiedono cioè in prestito dei soldi per finanziare le loro attività ordinarie (pensioni, trasporto, sanità, spese militari) e straordinarie, non programmate (come appunto le spese legate alla diffusione dell’epidemia di Coronavirus).

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Chi acquista i bond

Chi acquista i bond, presta dei soldi al Governo e ottiene, alla scadenza, il rimborso più un interesse annuo in percentuale ai soldi prestati. I coronabond rientrerebbero nella categoria degli eurobond cioè dei titoli emessi dai Paesi dell’Unione Europea nel loro insieme, cioè un debito comune a più Paesi. Il problema è che, avere dei debiti in comune, comporterebbe dover adottare delle politiche fiscali comuni per ripagare quei debiti (circostanza che però non si è mai verificata).

Tuttavia, di recente il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte (appoggiato anche da altri Presidenti come quello francese Macron) ha proposto l’introduzione di questo genere di obbligazione comune a tutti e 27 i Paesi dell’Unione Europea, i coronabond appunto, con l’obiettivo di far fronte alla crisi economica e finanziaria causata dall’epidemia di Coronavirus.

L’emissione di coronabond

L’emissione di coronabond mirerebbe ad aiutare quei Paesi che hanno una capacità di spesa ridotta per aiutarli a fronteggiare le enormi uscite di denaro che si sono verificate per l’epidemia, soprattutto dal punto di vista sanitario ed economico (come quanto sta accadendo in Italia e in altri Paesi dell’Europa). Tuttavia, sono diversi i Paesi dell’Unione Europea che si stanno opponendo, come la Germania che ha sempre dimostrato conti in ordine (rispetto ad altri Paesi, come l’Italia) e che non è favorevole ad una distribuzione dei debiti fra gli Stati europei