Il conto corrente pignorato è un tipo di esecuzione forzata che il creditore può adire nei confronti del debitore al fine di recuperare un credito. Avviene nei confronti di un debitore che non dispone di immobili e/o mobili da mettere a garanzia.

Ma come ci si arriva?

Si arriva al pignoramento del conto corrente mediante un’intimazione notificata alla banca o alle poste del debitore.

Nello specifico il creditore deve notificare al debitore:

il titolo esecutivo (una sentenza del giudice, un avviso di accertamento immediatamente esecutivo, un decreto ingiuntivo o una cartella dell’agente di riscossione)
l’atto di precetto (una cambiale, un assegno o un atto pubblico del notaio), dando al debitore un termine di 10 giorni per pagare
l’atto di pignoramento vero e proprio, che viene inviato anche alla banca o alla posta, ingiungendo all’istituto in questione di non pagare al correntista le somme pignorate

Da quel momento, se il conto corrente è vuoto o con saldo negativo, qualora si dovessero ricevere bonifici, le somme accreditate sarebbero pignorate.

Se il conto corrente ha importo uguale o inferiore alla somma da pagare, viene bloccato ma il titolare potrà ricevere eventuali bonifici, anche se questi soldi verranno bloccati.

Infine, se il conto corrente ha saldo superiore alla somma intimata, il debitore può prelevare le somme in eccesso, quindi quelle non pignorate, e può, anche in questo caso, ricevere bonifici.

Infine nel caso il conto corrente sia intestato a lavoratori dipendenti e pensionati, il creditore non può pignorare tutte le somme depositate ma solo una parte, cioè quella che eccede un determinato importo (che corrisponde al valore ottenuto moltiplicando per 3 l’ammontare dell’assegno sociale).

Quindi il conto corrente pignorato è tale solo quando non vi sono depositati redditi da lavoro dipendente o la pensione.
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