Chi sostiene delle spese funebri può godere di una detrazione del 19%. Questo indipendentemente dall’esistenza di un vincolo di parentela con la persona deceduta.

Infatti, con la modifica alla normativa introdotta dalla Legge di Stabilità 2016, il vincolo di parentela non è più un requisito necessario per usufruire delle detrazioni sulle spese funebri.

Stando all’articolo 15 del TUIR

Stando all’articolo 15 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), le detrazioni per le spese funebri spettano fino al limite massimo di 1550 euro di spesa per ciascun decesso, e devono essere relative sono alle spese del funerale, dei fiori, del loculi, dei lavori in muratura, degli annunci funebri, del trasporto al cimitero e della sistemazione della salma.

Quindi non si possono detrarre le spese avvenute anticipatamente alla morte, come l’acquisto di un loculo prima del decesso.

Inoltre le spese funebri sono detraibili solo se i pagamenti delle stesse sono avvenuti usando mezzi tracciabili, quindi ad esempio con versamento bancario o postale oppure bancomat, carte di credito o di debito.

Le spese devono essere documentate con fattura, ricevuta fiscale o scontrino parlante.

In mancanza di tali prove, la tracciabilità può essere data da annotazioni in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale da parte di colui che ha prestato il servizio o ha venduto il bene.

Si ricorda, poi, che a partire dal 2020, le detrazioni per le spese funebri spettano per intero se il proprio reddito complessivo annuo non supera i 120.000 euro. Per chi possiede redditi superiori, la detrazione decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo di 240.000 euro.

Per la verifica del limite di reddito, si terrà conto anche dei redditi assoggettati a cedolare secca.

Infine, se si dovessero sostenere delle spese funebri all’estero, si potrà godere comunque delle detrazioni su tali spese alle stesse condizioni di quelle in Italia.
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