Aprire un conto corrente all’estero è un’operazione legale, purché si rispettino le normative fiscali del Paese di residenza fiscale e di quello in cui vengono depositati i soldi.

Come anche sancito dalla Comunità Europea: “tutti i cittadini di uno Stato appartenente alla Comunità hanno il diritto di aprire un conto corrente bancario in qualsiasi altro Stato membro, ed anche in istituti finanziari di Paesi non appartenenti all’UE”.

Dunque è legale aprire un conto corrente, purché:

il denaro depositato nel conto corrente provenga da fonti di reddito legittime e correttamente dichiarate;
ci sia il rispetto della normativa sul monitoraggio fiscale di attività patrimoniali e finanziarie detenute all’

Una volta scelto il Paese in cui aprire il proprio conto corrente all’estero, si può scegliere di versare il proprio denaro:

senza alcun limite di importo, tramite canale bancario
entro il limite concesso per l’esportazione di valuta da un Paese all’altro, nel caso lo si faccia in contanti

Tutte le operazioni di trasferimento di somme di denaro verso Paesi all’estero, vengono monitorate dall’Agenzia delle Entrate che controlla che non avvengano episodi di evasione fiscale. Sono proprio le banche che possono far partire delle segnalazioni ai fini antiriciclaggio.

Infatti, bisogna tener presente che quando si vuole aprire un conto corrente all’estero, si dovranno presentare diversi documenti (anche tradotti in inglese) che attestino la propria identità e la propria situazione, come:

copia autentica del passaporto
una bolletta legata ad utenze domestiche a nome del richiedente
estratto conto bancario o busta paga a nome del richiedente
referenze bancarie del richiedente

Infine, dato che l’operazione di apertura di un conto corrente all’estero implica diversi adempimenti fiscali per il correntista, il consiglio è quello di affidarsi ad un intermediario finanziario esperto (ad esempio un dottore commercialista) che guidi durante tutte le operazioni, soprattutto se non si è molto pratici.