Mentre si è in pensione non sempre si può svolgere un’attività lavorativa perché questo dipende dal tipo di trattamento pensionistico al quale si ha diritto. Infatti, per chi lavora, la pensione potrebbe essere sospesa per un periodo mentre in altri casi viene ridotta.

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La Cassazione ha chiarito

La Cassazione ha chiarito che il lavoratore dipendente è obbligato a rassegnare le dimissioni per avere diritto alla pensione (di vecchiaia, di anzianità o anticipata): dunque, è necessario che l’attività lavorativa sia cessata.

Anche solo dopo un giorno, il dipendente potrà essere riassunto ma dovrà dimostrare l’effettiva cessazione del rapporto di lavoro. I collaboratori e lavoratori autonomi, invece, non devono per forza cessare l’attività lavorativa.

Riepilogando, possono svolgere un altro lavoro senza che il trattamento pensionistico sia ridotto coloro che:

siano in pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne più 3 mesi di finestra);
siano in pensione di anzianità in regime di cumulo (ovvero sommando la contribuzione accreditata in casse diverse) o totalizzazione (che si raggiunge con 41 anni di contributi più 21 mesi di finestra) o per la pensione di anzianità degli addetti ai lavori usuranti e ai turni notturni;
siano in pensione di vecchiaia ordinaria o contributiva, anticipata (per i lavoratori dipendenti del settore privato ai quali è riconosciuta un’invalidità pensionabile almeno dell’80%), o in regime di totalizzazione (66 anni d’età, 20 anni di contributi e 18 mesi di finestra).