A seguito dell’emergenza Coronavirus che sta colpendo, non solo l’Italia ma anche il resto dell’Europa e del mondo, si è tornati a parlare di MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), un istituto a sostegno degli Stati in difficoltà introdotto nel 2012 con lo scopo di fornire assistenza finanziaria ad uno Stato membro, la cui crisi potrebbe compromettere la stabilità dell’intera Area euro.

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Non tutti gli Stati possono accedere agli aiuti

Ovviamente non tutti gli Stati possono accedere agli aiuti forniti dal MES (questo per evitare che si ricevano soldi senza sforzarsi di migliorare la propria condizione economica): in particolare, i prestiti vengono forniti dal MES solo dopo che il Paese richiedente abbia sottoscritto un protocollo d’intesa negoziato con la Commissione Europea.

Questo protocollo d’intesa (Memorandum) può richiedere delle riforme specifiche per migliorare l’economia del Paese, solitamente in tre aree di intervento (consolidamento fiscale, riforme strutturali e del settore finanziario). I pareri discordanti sul MES si basano proprio su queste rigide condizioni affinché uno Stato possa ricevere gli aiuti da parte dell’istituto (come accaduto nel caso della Grecia).

Paesi dell’Area euro con situazione economica e finanziaria solida

Infatti, possono accedere alle linee di credito del MES, i Paesi dell’Area euro con situazione economica e finanziaria solida (ad esempio, con rapporto debito/PIL entro il 60%). I Paesi che non rispettano questo requisito devono adottare delle misure correttive per rientrare in questi parametri: infatti, i Paesi che richiedono il sostegno del MES, dovrebbero procedere alla ristrutturazione del debito (questo per evitare che i Paesi vi facciano ricorso senza procedere prima a fare riforme o interventi strutturali).

In realtà, data la situazione di emergenza attuale, nel caso in cui l’Italia richiedesse il sostegno da parte del MES, non dovrebbe prima procedere alla ristrutturazione del debito. Questa clausola è stata molto criticata da Salvini, anche se il Presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno e il Ministro dell’Economia italiano Roberto Gualtieri hanno ribadito che per l’Italia non sarà necessario ristrutturare preventivamente il debito per accedere al sostegno finanziario.