Il Recovery fund è la strategia che l’Unione Europea vuole mettere in pratica per far ripartire l’economia dei Paesi membri colpiti dall’emergenza Coronavirus. Nello specifico si tratta di un piano da 750 miliardi di euro di cui 310 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto e 250 miliardi in prestiti a tassi bassi e rimborsabili nel lungo periodo.

Recovery fund, come accedervi

Per accedere al fondo di recupero, gli Stati membri dovranno presentare dei piani indicando quali riforme mettere in campo per riportare la crescita e rimettere moto le economie dopo la crisi.

A questo proposito, il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, ha detto che se non ci sono riforme, non ci sono nemmeno i soldi. L’Unione Europea, infatti, distribuirà i fondi in tranche e li verserà solo quando saranno raggiunti determinati obiettivi di riforma o definite le fasi di investimento.

Gli obiettivi da perseguire, secondo la Commissione europea, sono tre:

supporto agli investimenti e alle riforme realizzate dagli stati membri per rilanciare la crescita, attraverso la “Recovery and Resilience Facility” che potrà contare sucirca 560 miliardi da distribuire sia attraverso contributi sia attraverso prestiti;
incentivare gli investimenti privati e a incanalarli verso le aziende in difficoltà nei paesi maggiormente colpiti
“EU4Health Programme”, investimenti nella prevenzione delle epidemie e nell’acquisto di medicine e strumenti medicali.

Per quanto riguarda la situazione italiana, dal Recovery fund il nostro stato dovrebbe ottenere 81,8 miliardi di sussidi a fondo perduto e 90,93 miliardi di prestiti, per un totale di 182,7 miliardi di euro. Una parte di questi soldi servirà per finanziare le misure già deliberate dal Governo e l’altra parte per finanziare altre misure che il Governo dovrebbe mettere in campo nelle prossime settimane.

Dunque, prima di novembre, l’Italia dovrà presentare un Recovery plan nazionale e la Commissione europea dovrà accertarsi che sia in linea con le raccomandazioni dell’Unione Europea. La Commissione avrà due mesi di tempo per decidere e, su sua proposta, il piano dovrà essere approvato a maggioranza qualificata dal Consiglio.