Bonus Matrimonio: cos’ è e a quanto ammonta



Bonus




Sposarsi ai tempi del Coronavirus non è impresa semplice con cerimonie e festeggiamenti sospesi, rinviati o limitati nel numero degli invitati. Tutte queste misure come il decreto novembre, sono strumenti che il governo sta mettendo in campo per cercare di far ripartire l’economia del paese.

Bonus matrimonio, come funziona?

Lo sanno bene i tanti fidanzati che avrebbero dovuto convolare a nozze del 2020, nell’anno in cui l’epidemia di Covid-19 si è diffusa in Italia e nel resto del mondo.

Già da diversi anni, però, è stato istituito il Bonus Matrimonio, una prestazione previdenziale che spetta a certe categorie di lavoratori, in caso di matrimonio civile o concordatario, e che si può usufruire entro i 30 giorni successivi alla data delle nozze.




Il Bonus Matrimonio

Il Bonus Matrimonio spetta a entrambi i coniugi o parti di unione civile, quando l’uno e l’altro vi hanno diritto e precisamente a:

  • operai
  • apprendisti
  • lavoratori a domicilio
  • marittimi di bassa forza

I requisiti da possedere sono di:

  • contrarre matrimonio civile o concordatario o unione civile;
  • poter far valere un rapporto di lavoro da almeno una settimana;
  • fruire effettivamente del congedo entro 30 giorni dalla celebrazione delle nozze;
  • poter dimostrare, anche se disoccupati, di aver lavorato nei 90 giorni precedenti al matrimonio o all’unione civile per almeno 15 giorni alle dipendenze di aziende industriali, artigiane o cooperative;
  • non essere in servizio per malattia, sospensione del lavoro, richiamo alle armi.

Il Bonus Matrimonio non spetta, invece, agli impiegati, apprendisti impiegati o dirigenti di aziende industriali, artigiani, cooperative e della lavorazione del tabacco.

Non spetta ai dipendenti di:

  • aziende agricole;
  • commercio;
  • credito;
  • assicurazioni;
  • enti locali;
  • enti statali;
  • aziende che non versano il relativo contributo alla CUAF (Cassa Unica Assegni Familiari).

Quanto all’importo del Bonus Matrimonio, varia da 7 a 8 giorni di retribuzione, a seconda della categoria di lavoratore.

È pari a 7 giorni di retribuzione per gli operai e apprendisti e per i lavoratori a domicilio. Per i marittimi, l’importo è pari a 8 giornate di salario medio giornaliero. In tutti e tre i casi, dalla retribuzione giornaliera bisogna detrarre la percentuale del 5,54% a carico del lavoratore.


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