Gli affitti brevi, o temporanei, sono una tipologia di affitto diverso dall’affitto tradizionale, perché legati ad un contratto di locazione temporanea, cioè di durata massima di 18 mesi, e che si rivolgono a persone fisiche. Spesso si acquista casa magari accedendo ai mutui migliori in questo periodo anche come investimento e l’affitto breve può farci guadagnare i soldi per coprire le spese del mutuo.

Sono da distinguere dagli affitti brevi ad uso turistico che invece hanno una durata massima di 30 giorni.

Quando optare per questa tipologia di contratto

Si può optare per questa tipologia nel caso ad esempio di una vacanza lunga.

Conviene optare invece per gli affitti brevi ad uso transitorio nel caso in cui si abbia necessità di soggiornare in un immobile per brevi periodi, soltanto temporanei, ad esempio per:

sostenere dei colloqui di lavoro in una nuova città
trasferimento per motivi lavorativi, prima di trovare una sistemazione definitiva
per sostenere delle visite o degli accertamenti medici

Insomma, tanti sono i motivi che possono spingere a scegliere questo tipo di locazione rispetto agli affitti tradizionali, con vantaggi sia per il proprietario della casa sia per il locatario.

Il proprietario della casa potrà tornare in possesso del proprio appartamento quando vuole, poiché esercita il possesso sull’immobile.

Inoltre può richiedere un canone di locazione più alto rispetto a quello che può richiedere con gli affitti tradizionali (secondo le stime un affitto breve fa guadagnare il 50% in più rispetto alla locazione tradizionale).

Ancora, gli affitti brevi non sono soggetti al pagamento dell’imposta di bollo e vi è l’esonero dalla registrazione dell’ospite pagante.

Inoltre si può optare per la cedolare secca del 21%.

Ma sicuramente il vantaggio maggiore è quello di evitare il rischio di morosità perché il locatario, il più delle volte, pagherà prima di usufruire dell’appartamento e non mensilmente come si fa con un affitto classico.

In ogni caso, anche per gli affitti brevi, bisogna registrare il contratto con costo del 2% del canone (che non deve essere inferiore a 67 euro).

Questa cifra va pagata a metà tra proprietario della casa e locatario.
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