La rottamazione Ter può scatenare come al solito dubbi e incomprensioni. Ecco tutti gli approfondimenti del caso e tutto quello che dobbiamo sapere sui debiti che rientrano se si aderisce, e sui vantaggi che possiamo ricavare attraverso la legge sulla rottamazione Ter.

Sicuramente tra i dubbi più importanti ci sono i debiti che rientrano e cosa consente la rottamazione Ter ai contribuenti: per fortuna l’INPS e l’Agenzia delle Entrate hanno divulgato le linee guida per quanto riguarda questi aspetti, e adesso abbiamo la possibilità di sapere davvero quali debiti rientrano.

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A cosa serve la rottamazione ter

Fatte le dovute premesse, la rottamazione Ter offre la possibilità ai contribuenti di pagare i debiti fiscali relativi a cartelle e bolli affidati tra il 2000 e il 31 dicembre 2017. Potremo saldare i debiti attraverso 18 rate, che potranno essere liberamente spalmate nell’arco di 5 anni e potremo scegliere liberamente ogni quanto e le modalità, a patto che si rispetti appunto il termine dei 5 anni.

Fondamentale, a parte il modo, comprendere anche se rientriamo o meno nelle categorie che possono usufruire della Rottamazione ter.

Chi potrà aderire

Potranno usufruire del servizio i contribuenti che non hanno pagato le rate della rottamazione che è ancora in atto. In tal caso sarà necessario eseguire i versamenti delle rate scadute a luglio, settembre ed ottobre entro la conclusione dell’anno in corso. Vale lo stesso discorso per i contribuenti con le cartelle ammesse alla prima rottamazione che non hanno ancora concluso di pagare le rate.

Esistono, infine, dei giorni prestabiliti per il pagamento delle rate. Nel 2017 era, ad esempio, stato stabilito che la prima rata fosse pagata entro il 28 febbraio; è un esempio che ci aiuterà sicuramente a capire che, sebbene si possano distribuire in 5 anni nel modo migliore, avremo comunque degli obblighi di puntualità tipici di chi ovviamente ha un debito di qualunque genere.