Bonus 600 euro, chi potrà richiederli



Bonus 600 euro




Per fronteggiare la situazione di emergenza legata all’epidemia di Coronavirus, il Governo italiano con il decreto “Cura Italia” ha previsto un bonus di 600 euro, per il momento una tantum e riferito solo al mese di marzo.

In un primo momento, si è previsto che il bonus potesse essere richiesto da:

  • liberi professionisti con Partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 (inclusi i lavoratori che partecipano a studi associati o società semplici con attività di lavoro autonomo ed iscritti alla Gestione Separata dell’INPS);
  • collaboratori coordinati e continuativi con rapporto attivo al 23 febbraio 2020 ed iscritti alla Gestione Separata dell’INPS (questi soggetti devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto e sprovvisti di altre forme di previdenza obbligatoria);
  • lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni Speciali dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO);
  • lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali, il cui rapporto di lavoro sia cessato in modo non volontario nel periodo dal primo gennaio 2019 al 17 marzo 2020;
  • operai agricoli a tempo determinato (con almeno 50 giorni di lavoro agricolo dipendente nel 2020);
  • lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo Pensioni Spettacolo con almeno 30 contributi giornalieri nel 2019 e reddito inferiore a 50.000 euro.

Poi, con il decreto firmato il 28 marzo 2020 dai ministri del Lavoro e dell’Economia, Catalfo e Gualtieri, si è previsto che il bonus di 600 euro possa essere richiesto anche dai lavorati iscritti alle Casse di Previdenza Private (come avvocati, commercialisti e giornalisti).

Questi soggetti possono beneficiarne se, nell’anno di imposta 2018, hanno percepito un reddito complessivo non superiore ai 35.000 euro (al lordo delle ritenute previdenziali, assistenziali e altre eventuali detrazioni) oppure un reddito complessivo tra i 35.000 e i 50.000 euro e abbiano subito dei danni economici per via del Coronavirus di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso arco di tempo del 2019





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