La tassa sulla nettezza urbana (Tari) viene riscossa dal Comune e non dall’Agenzia delle Entrate, tuttavia un suo mancato pagamento tassa rifiuti comporta comunque delle conseguenze. Infatti, dal punto di vista delle sanzioni, succede esattamente quello che accade nel caso di mancato pagamento di altre tasse e cioè si commette un’evasione fiscale. Il contribuente può regolarizzare la propria posizione grazie all’istituto del ravvedimento operoso, pagando dunque, oltre all’importo dovuto, anche le sanzioni e gli interessi.

Ritardo pagamento tassa rifiuti

Dunque, nel caso di pagamento in ritardo della tassa sulla nettezza urbana, si può incorrere in sanzioni che variano di importo a seconda del ritardo che c’è stato nel pagamento che può andare da 30 giorni dalla data di scadenza fino a oltre due anni dalla scadenza del pagamento dovuto. Se invece non si paga la tassa sulla nettezza urbana, non si considera reato se il debito rientra fino a 30 mila euro.

Nel caso in cui, invece, l’importo dovuto e non pagato sia di importo superiore, si commette un reato. Va comunque anche detto che questa circostanza è molto rara, anche considerando che il mancato pagamento cade in prescrizione in 5 anni.

Nel caso di mancato pagamento, il contribuente sarà tenuto comunque a pagare le sanzioni. Avviene dunque la notifica della cartella esattoriale da parte dell’agente della riscossione locale che viene delegato dal Comune. Il contribuente avrà 60 giorni per pagare o fare opposizione o chiedere una dilazione di pagamento. Nel caso in cui non proceda al pagamento, l’agente di riscossione può richiedere il pignoramento dei beni dell’evasore, entro un anno dalla notifica.

Può pignorare il conto corrente, il quinto dello stipendio o della pensione, i beni mobili in casa e, se il debito è superiore a 20000 euro, anche iscrivere l’ipoteca sulla casa. Se il debito supera i 120000 euro, può procedere al pignoramento dell’immobile.