Non è raro che nelle notizie di cronaca in tv o sui giornali si senta parlare di qualcuno che ha commesso il reato di “aggiotaggio”.

Ma cosa significa?

Il termine deriva dalla parola “aggio”, che significa cambio di valore, e fa riferimento ai comportamenti illegittimi compiuti al fine di trarre dei benefici dal mercato. Di fatto è un reato finanziario.

L’aggiotaggio, infatti, è un reato commesso soprattutto in ambito finanziario e bancario che si concretizza nell’alterare, a rialzo o a ribasso, i prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio, con intenzione fraudolenta e con lo scopo di trarne un profitto personale.

Dal punto di vista bancario, l’aggiotaggio si verifica quando all’interno di un’azienda o di una società vengono alterati i prezzi di mercato di titoli finanziari (come azioni o obbligazioni), diffondendo di fatto informazioni irreali e fuorvianti che alterano il mercato finanziario determinando un rialzo o un abbassamento dei prezzi, il tutto ovviamente con lo scopo di trarre un beneficio illecito.

Supponiamo che un investitore abbia fatto le proprie scelte di investimento sulla base di queste informazioni falsate, è chiaro che si ritroverà a fare un investimento sbagliato che potrà compromettere la propria situazione finanziaria.

A disciplinare le sanzioni per chiunque compia il reato di aggiotaggio comune ci pensa l’articolo 501 del codice penale: spettano fino a 3 anni di reclusione più sanzioni che possono variare dai 516 euro ai 25 mila euro, e che spettano anche nel caso in cui il reato venga commesso all’estero arrecando danno all’economia e alla valuta nazionale.

Le sanzioni vengono raddoppiate se il danno favorisce interessi stranieri o determina un deprezzamento della stessa valuta o dei titoli di Stato, comportando un aumento dei prezzi dei beni di mercato o di largo consumo.

Nell’articolo 2637 del codice civile si fa riferimento alle sanzioni per il reato di aggiotaggio bancario e finanziario, che viene punito con la pena della reclusione da uno a cinque anni.