L’usufrutto della casa ai genitori accade quando i genitori cedono la proprietà di uno o più immobili ai figli (che diventano nudi proprietari), conservandone però la possibilità di godere e quindi di utilizzare l’immobile, ad esempio abitandoci. Spesso però le case con usufrutto sono oggetto di investimento perché hanno un valore di mercato più basso.
Quindi in questo caso trasferiscono la proprietà ai figli ma sono i genitori a utilizzare la casa e a trarne i frutti per tutta la durata della propria vita, senza esserne proprietari.
Ma come si fa l’usufrutto casa ai genitori?
Se i genitori vogliono lasciare la nuda proprietà della casa ai figli, conservando l’usufrutto, devono andare da un notaio e stipulare un rogito, proprio come si fa nel caso di acquisto di una casa.
Ci sono tre possibilità di acquisire la nuda proprietà della casa:
- a titolo oneroso, cioè mediante l’acquisto
- a titolo gratuito, dunque tramite una donazione
- attraverso un vitalizio, mediante la promessa di assistenza ai genitori nella vecchiaia
Può accadere anche il caso contrario, quando cioè i genitori conservano la nuda proprietà della casa ma concedono ai figli di diventare usufruttuari, cioè di godere dei frutti della casa o di abitarci.
Ad esempio possono concedere ad un figlio di abitare nella casa con la propria compagna.
In entrambi i casi, l’usufrutto concesso ad una persona fisica può avere un termine stabilito dalle parti o comunque durare al massimo 30 anni.
Gli obblighi dell’usufruttuario sono i seguenti:
- salvaguardare l’integrità dell’immobile e trattarlo con diligenza
- pagare le spese di ordinaria manutenzione, spese di condominio e amministrazione, imposte sul reddito, compresi canoni e rendite fondiarie
- restituire l’immobile nel termine previsto per l’usufrutto
- osservare il vincolo di utilizzo dell’immobile in base alla destinazione d’uso
Se l’usufruttuario non rispetta questi obblighi, il nudo proprietario (genitori o figli che siano, a seconda dei casi) possono richiedere che l’usufrutto decada.
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