La tassa di soggiorno è un tributo locale che sono tenuti a pagare coloro che soggiornano in alberghi e strutture ricettive. In particolare, possono istituirla i Comuni turistici vale a dire le città d’arte e i capoluoghi di provincia.
Tassa di soggiorno, pagamento a livello locale
L’importo varia a livello locale (in genere da 1 a 5 euro a persona per ogni giorno di soggiorno): infatti, ogni Ente comunale decide le tariffe in base alle esigenze del territorio in cui sorge la struttura ricettiva, ma anche le esenzioni e le varie scadenze.
Altri parametri che determinano il costo della tassa di soggiorno sono:
- la tipologia della struttura;
- il periodo in cui si soggiorna (eventualmente).
L’Italia applica le tasse di soggiorno più salate di tutta Europa: a Roma, ad esempio, è possibile anche dover pagare 7 euro a notte.
Seguono a ruota altre città come Venezia, Firenze, Milano e Palermo.
In pratica, dopo che i gestori di di alberghi, campeggi e bed and breakfast richiedono il pagamento di questa tassa ai clienti per ogni notte di pernotto, il denaro viene incassato dall’Ente comunale ed investito in ambito turistico.
Lo scopo della tassa di soggiorno, infatti, è quella di reperire il capitale per poter effettuare gli investimenti necessari nel settore del turismo, recependo questo denaro proprio dai turisti.
Settori più fiorenti in Italia
Infatti, il turismo è uno dei settori più fiorenti in Italia e, proprio grazie a questa tassa, lo si può alimentare ulteriormente con degli investimenti ad hoc. In linea di massima, tutti i turisti che si trovano a soggiornare in una struttura ricettiva, devono pagarla ma non sono tenuti al suo pagamento, alcune categorie di soggetti:
- i residenti
- i bambini con età inferiore a 12 anni
- gli universitari fuori sede
- i disabili e accompagnatori
- i malati e i congiunti di chi è ricoverato in strutture sanitarie
- militari e polizia
- autisti di autobus e accompagnatori turistici
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