Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è un indicatore molto importante per valutare la “salute” di un sistema economico poiché esprime la capacità di quel sistema di produrre beni e servizi e di venderli. Infatti, il PIL indica il valore dei prodotti e servizi finali realizzati all’interno di uno Stato in un certo arco di tempo. I prodotti e servizi che rientrano nel calcolo del PIL sono quelli finali (e non quelli intermedi) realizzati entro i confini nazionali, a prescindere dalla nazionalità del produttore.

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Il valore dei beni e servizi prodotti dai residenti

Infatti, il valore dei beni e servizi prodotti dai residenti di una certa nazione (a prescindere dal luogo in cui sono prodotti) viene espresso con il PNL (prodotto nazionale lordo).

In un’economia chiusa, in cui non ci sono scambi con l’estero, il PIL è composto da:

consumo: cioè beni e servizi acquistati da privati;
investimenti (sia per l’acquisto di case che per impianti e macchinari);
spesa pubblica: cioè beni e servizi acquistati dallo Stato.

Tuttavia, essendo quasi tutti i Paesi aperti agli scambi con l’estero (e cioè in economia aperta), alla costituzione del PIL concorre anche la differenza fra le esportazioni e le importazioni di beni e servizi (cioè esportazioni nette o saldo delle partite correnti).

Se le esportazioni sono maggiori delle importazioni

Se le esportazioni sono maggiori delle importazioni, per lo Stato c’è un avanzo commerciale; se, invece, le esportazioni sono minori delle importazioni, si ha un disavanzo commerciale.

Il PIL può essere spiegato anche come somma dei valori aggiunti: il valore aggiunto è il valore prodotto da un’impresa nel processo produttivo e si calcola come valore della produzione meno il valore dei beni intermedi utilizzati nel processo stesso. Comunque lo si veda, il PIL è un indicatore molto importante e soltanto studiando il suo andamento e cercando di prevedere le sue evoluzioni, è possibile prendere delle decisioni in ambito di politica economica.