Sono sempre di più i turisti che quando vengono in Italia hanno l’abitudine di lasciare delle mance. La parola “mancia” deriva dal francese “manche” cioè “manica” e indicava un dono che veniva fatto dalle dame ai loro cavalieri durante i tornei. Oggi ricordiamolo viene spesso data nel mondo della ristorazione, ma come la tassano? E soprattutto è tassabile?

Ricordiamo che tramite l’agenzia delle entrate possiamo sempre verificare la nostra posizione fiscale.

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La mancia, come uso e costume

Oggi indica un “regalo in denaro” che si usa dare a chi ha reso un servizio o una cortesia, oltre al compenso dovuto.

Sebbene, infatti, in Italia non sia obbligatorio farlo, può capitare di lasciare delle mance ad esempio ai camerieri in un ristorante, che svolgono con diligenza e professionalità il proprio lavoro, o al fattorino della pizza o dell’albergo.

Ma questo denaro si può lasciare solo in contanti o si può pagare con il pos?

Ebbene, la mancia si può lasciare sia in contanti sia con il pos, pagando con la carta di credito o con il bancomat.

Questa è una buona notizia considerando che al giorno d’oggi sempre più persone effettuano i propri acquisti pagando al pos: le mance “sono salve”.

L’abitudine di lasciare una mancia al cameriere o al fattorino resiste anche nonostante i pagamenti digitali stiano avendo la meglio.

Se le mance vengono pagate in contanti, l’azienda non deve giustificare l’entrata di questo denaro, ma può accantonare la somma e dividerla in parti uguali fra i propri dipendenti.

Pagamento con il pos

Se però il pagamento avviene pagando con carta al pos, bisogna giustificare l’importo che si è ricevuto come mancia.

L’azienda (o il datore di lavoro) dovrà annotare sul registro dei corrispettivi la cifra esatta della spesa del cliente e su un foglio excel o cartaceo l’importo della mancia donata.

In questo modo, si eviterà di pagare le tasse e i contributi sugli importi che sono stati destinati alle mance.

Le stesse mance possono essere scritte nella busta paga dei dipendenti sotto la voce “erogazioni liberali” così che al lavoratore tali importi non vengano tassati.