Con l’epidemia di Coronavirus attualmente in atto si è spesso sentito parlare di tassa patrimoniale, un’imposta che colpisce il patrimonio, mobile e immobile, di un contribuente (persona fisica o giuridica), indipendentemente da quanto guadagna.
Un’imposta che può essere:
- fissa, quando tutti i contribuenti versano indistintamente un importo fisso
- variabile, se l’importo da versare varia in base al patrimonio del contribuente
Può essere poi un’imposta da versare una tantum (e quindi senza periodicità) oppure periodica, da versare con cadenza regolare (tipicamente annuale).
Oggi in Italia non c’è una tassa patrimoniale globale ma ci sono altre tassazioni che gravano sui patrimoni (Irpef, IMU sulla seconda casa, Tasi, imposte di bollo, canone Rai ed altre).
Però si vociferava della possibile introduzione della patrimoniale proprio per via dell’enorme debito pubblico che il nostro Paese ha accumulato, anche a causa dell’epidemia di Coronavirus.
Il dibattito però è sempre stato molto acceso: per alcuni questa imposta è giusta, dato che si richiede a chi è più ricco di pagare per sostenere chi è più povero.
In particolare il prelievo della patrimoniale
In particolare il prelievo della patrimoniale avrebbe dovuto gravare sulla parte di reddito eccedente gli 80 mila euro in maniera progressiva, deducibile e variabile tra un importo di alcune centinaia di euro (per le soglie più basse) fino ad alcune decine di migliaia di euro (per i redditi superiori al milione).
Secondo altre persone, però, la patrimoniale è un’imposta ingiusta perché colpisce il patrimonio che, in genere, è stato accumulato attraverso redditi già assoggettati a prelievo fiscale.
In definitiva, però, pare proprio che a fine luglio, quando verrà pubblicato il testo definitivo della Riforma del Fisco, mancherà la patrimoniale.
Infatti, le commissioni Finanza di Camera e Senato hanno presentato il documento che contiene le linee guida per la riforma fiscale e non si menziona affatto la tassa patrimoniale.
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