Negli Stati Uniti d’America e nei paesi anglosassoni è usanza comune quella di lasciare delle mance, ad esempio ai camerieri nei ristoranti o ai fattorini della pizza o dell’albergo. Andando sul sito o fisicamente all’agenzia delle entrate è possibile verificare la propria posizione fiscale per avere la certezza che sia tutto in regola.
La mancia è diffusa in Italia
Anche in Italia si è diffusa questa usanza, sopratutto da parte dei turisti.
Il problema è se questi importi lasciati come mance vengano tassati o meno.
C’è da dire che il cliente può decidere di lasciare una mancia al lavoratore per la sua cortesia e il servizio offerto, in contanti o pagando con la carta.
L’Agenzia delle Entrate, con la circolare 3 del 2018, specifica che le mance di piccoli importi non vengono tassate.
Mentre, secondo quanto previsto dal Codice Civile, le mance costituiscono donazioni di piccolo importo per cui non esiste alcun adempimento fiscale formale, si possono dare semplicemente in contanti, dell’importo che si desidera e senza necessità di alcun documento fiscale che ne testimoni la donazione.
Detto questo, la Legislazione non prevede nulla a riguardo.
Infatti, è abitudine che, una volta ricevute le mance, il datore di lavoro ne divida l’importo in parti uguali fra tutti i dipendenti.
Questo importo andrà indicato nella busta paga dei dipendenti alla voce “erogazioni liberali”, quelle erogazioni che non sono soggette a tassazione.
In questo modo, dunque, anche le mance inserite in busta paga risultano esenti da qualsiasi tassazione.
Ed esenti possono esserlo anche nel caso in cui, accumulata una somma alta in contanti derivante dalle mance, si decida di depositarla sul proprio conto corrente.
Per evitare che l’Agenzia delle Entrate sospetti che queste somme di denaro siano un tentativo di evadere le tasse, quando le si versano in banca sul proprio conto corrente, si può giustificarle come Regalia (per cui i soldi depositati potrebbero derivare da regali fatti a colui che sta depositando i soldi in banca).
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